[Cultura e salute] La vita dà il ritmo. L’ospedale è abbracciato dalla musica
Prosegue per il terzo anno consecutivo il programma delle Vitamine musicali che abbracciano l’ospedale S. Anna.
Dal 6 di novembre prende vita (fino a luglio 2019) inoltre la seconda edizione delle “Vitamine Jazz” che arricchisce il programma di musica dal vivo “Vitamine Musicali” varato nel 2016 nell’ospedale dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna in collaborazione con l’AVO-Associazione dei Volontari Ospedalieri, che oggi coinvolge 13 istituzioni culturali del territorio e oltre 150 musicisti.
Una vera propria chiamata alle Arti alle quali la comunità dei jazzisti torinesi ha risposto massicciamente, con slancio generoso nel donare musica e vivere un’esperienza di relazione con l’altro: a fianco delle donne durante la chemioterapia, dando il benvenuto alle nuove vite e alle loro famiglie, cambiando tono al tempo dell’attesa. Da novembre 2018 a marzo 2019, si alterneranno formazioni, in linguaggi che spazieranno dalle sonorità jazzistiche ad atmosfere mediterranee e sudamericane.
“Consistenti evidenze scientifiche e osservazioni cliniche nell’ultimo ventennio confermano che la musica produce effetti sull’organismo umano nella sua globalità, agendo contemporaneamente a livello dei sistemi psico-neuro- endocrino-immunologici attraverso gli stimoli vibrazionali. “Siamo musica” come ci ricorda la biologia. Le cellule interagiscono, si rigenerano, percepiscono, emettono sonorità, comunicano tramite vibrazioni. Oggi sappiamo che la musica si percepisce fin dalla fase prenatale, contribuendo alla formazione del cervello, alla creazione dei collegamenti neuronali che nei primi mille giorni di vita hanno il loro massimo sviluppo e saranno patrimonio per tutta l’esistenza. La musica trasmette emozioni, affetti, messaggi più o meno diretti, favorisce il rilassamento profondo, allontana l’ansia che si genera naturalmente negli ospedali, per curati e curanti, ed è anticamera dello stress.”, commenta la Prof.ssa Chiara Benedetto, Direttore della Struttura Complessa Universitaria Ginecologia e Ostetricia 1, Università di Torino, Presidio Ospedaliero S. Anna e Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna.
Numeri importanti ai quali ha contribuito in modo determinante “Vitamine Jazz”, varate da settembre 2017 a luglio 2018 sotto la direzione artistica di Raimondo Cesa -socio sostenitore dell’Ente- che da sempre contribuisce ad animare il fecondo ed eterogeneo milieu musicale cittadino. Un invito rivolto ad alcuni musicisti si è trasformato in un passaparola di mobilitazione collettiva, una vera e propria chiamata alle arti, che nella prima edizione della stagione jazz ha coinvolto 55 diverse formazioni in un fitto calendario di 66 appuntamenti donati generosamente dai migliori artisti della scena jazzistica Tra i 113 musicisti ricordiamo pianisti del calibro di Fabio Giachino, Sergio Di Gennaro, Fabio Gorlier, Riccardo Ruggieri, Emanuele Francisconi, Emanuele Sartoris. Chitarristi come Pino Russo, Roberto Taufik, Max Gallo, Daniele Ciuffreda, Gianni Santoro. Per i fiati Alfredo Ponissi, Roberto Beggio, Valerio Signetto, Fulvio Chiara, Paolo Porta, Luigi Di Nunzio, Stefano Calcagno, Sara Kari, Fulvio Vanlaar, Silvio Defilippi. Fra le cantanti Barbara Raimondi, Giulia Damico, Valentina Nicolotti, Giulia Firpo, Margherita Piumatti, Deborah Nurchis, Alessandra Soro, Sabrina Oggero Viale . Percussionisti come Enzo Zirilli e Gilson Silveira. Fra i fisarmonicisti e armonicisti Ugo Viola, Roberto Cannillo, Valerio Chiovarelli, Alberto Varaldo. Per le formazioni ricordiamo fra le tante la JcT Jazz band (17 elementi), la Traditional Jazz Band, Essence Quartet, Tango Bordello, le Archidee, Asuma Brasilian Jazz, Juke Bossa, Just in Trio.
Dalle osservazioni in corso del progetto “Vitamine musicali” condotta dall’Università IULM di Milano, con il coordinamento del prof. Pier Luigi Sacco, economista della cultura, emergono universali apprezzamenti delle pazienti, delle loro famiglie e del personale, che incidono potenzialmente in modo positivo sulle relazioni, sul tono emozionale e sul clima di cura. “Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. Siamo ogni giorno parte di una lotta. La musica ci stimola. Ci ha aperto personalmente nuovi mondi. Le note rimangono nelle stanze, con le pazienti, anche dopo il saluto dei musicisti”, affermano le infermiere intervistate segnalando anche il cambiamento e la crescita del loro consumo culturale nel tempo libero.
Un rapporto biunivoco. Gli stessi musicisti definiscono l’ospedale “un grembo armonico”, una “scuola di empatia” e considerano che l’esperienza dell’esecuzione ad personam generi un arricchimento personale e professionale.
Vitamine musicali fanno parte del percorso di ricerca-azione che la fondazione ha varato nel 2011 sul rapporto virtuoso tra “Cultura e Salute”.