[CULTURA E SALUTE] ART & HEALTH COLLECTION
Dal 2012 la Fondazione ha avviato, grazie a donazioni di artisti e collezionisti, la costituzione di un corpus di opere allestite in ospedale in base a un progetto curatoriale curato da Catterina Seia, Vice Presidente, direttore della piattaforma “Art, Health and social change”.
La metafora, trasversale a tutte le culture è quella del giardino. Nell’ingresso dell’ospedale S. Anna siamo accolti con un benvenuto dall’opera pittorica “Save our flowers” donata dall’artista Massimo Barzagli, realizzata nel corso di un progetto partecipato con il personale ospedaliero.
Eve Arnold, con due magnifici lavori dedicati alle donne (“Five minute babies” e Silvana Mangano al Moma”) ci ricorda che siamo nel più grande ospedale europeo dedicato a loro.
Il salotto d’ascolto accoglie il lavoro fiorito “We are three” di Cornelia Badelita, vincitrice del concorso bandito con l’Accademia delle Belle Arti di Torino, sempre nel 2012.
Nell’aula magna, campeggia, “Uovo”, l’evocativo dono dell’artista campano Peppe Perone (classe 1972), dopo la mostra di dialogo “Italia Cina” al Mastio della Cittadella nel 2016 a Torino.
L’artista italo-cinese Chen Li, ogni mese, con un work in progress dedica una frase di riflessione scritta sulla muta lavagna d’ardesia. La ritroviamo nella sala di attesa del reparto maternità con un lavoro site specific, partecipato, che dichiara un benvenuto alla vita in 90 lingue, tante le nazionalità dei genitori dei 7000 bambin* che ogni anno vedono la luce al S. Anna.
Il reparto maternità inaugurato nel giugno 2018 è concepito per il benessere delle persone che lo animano. L’arte è parte integrante di questa visione. Con il Maestro Massimo Barzagli è stato concepito un progetto in dialogo con l’architettura che si connette con il benvenuto dell’ingresso. Le impronte di fiori, realizzate con un’azione progressiva che ha coinvolto durante il cantiere popolazioni diverse della comunità, interna ed esterna, animano in una danza di eterna primavera tutti i corridoi.
Una grande installazione site specific del Maestro realizzata a Faenza dalla bottega Gatti, nella migliore tradizione italiana artigiana, in ceramica terzo fuoco, trasforma in un giardino la hall. Già presentata in musei -Palazzo Madama e Barolo-, nutre la vita quotidiana, fa da sfondo alle prime immagini delle famiglie arricchite dalle nuove nascite.
Nello stesso luogo, ci accoglie un lavoro scultoreo di Donato Barcaglia (del 1924, anni di nascita della generosa donatrice e della prima apertura del reparto) che rappresenta una fanciulla da una finestra in fiore.
Ai reparti si sale su due ascensori primaverili grazie all’artista Sophie Mulhmann, che ritroviamo nelle camere di ‘foresteria’, concepite per le prove generali di autonomia delle famiglie con neonati in terapia intensiva.
Mamme in relax come ci racconta Irene Pittatore con la sua liquida ‘ninna nanna per una mamma’, video in loop nella sala d’attesa.
La bellezza è ciò per cui siamo al mondo.
Ancora nelle stanze del nuovo reparto maternità, echeggiano strofe poetiche, inno all’amore, la più grande energia rinnovabile. Un ospedale rinato, come ricordano tre segni del terzo Paradiso, il simbolo ideato dall’Artista Michelangelo Pistoletto che lo ha disegnato nella sala di attesa del day surgery e lo ha concesso per la sala di attesa degli ambulatori e ancora per l’area antistante la sala parto. Una rinascita che, nello spirito del suo autore, ci ricorda che se intendiamo co-costruire futuro dobbiamo unire le differenze, tenere in equilibro gli opposti. Una nuova ansa, si inserisce nel simbolo dell’infinito. Celebra un nuovo mondo, possibile.